Un regime senza Interferone a base di Sofosbuvir e Ribavirina ha prodotto un alto tasso di risposta virologica sostenuta tra i pazienti affetti da epatite C con caratteristiche sfavorevoli per il trattamento.
La durata del trattamento è stata di 24 settimane.
Lo studio clinico, randomizzato e controllato presentava due fasi.
Nella prima fase, 10 pazienti naive al trattamento con fibrosi epatica da precoce a moderata hanno ricevuto 400 mg di Sofosbuvir al giorno e Ribavirina a un dosaggio adattato al peso corporeo per 24 settimane.
La seconda fase dello studio ha incluso 50 pazienti in tutte le fasi di fibrosi epatica, tra cui cirrosi compensata, che sono stati assegnati in modo casuale a 400 mg di Sofosbuvir con Ribavirina a un dosaggio aggiustato per il peso oppure a Ribavirina a basso dosaggio ( 600 mg/die ), per 24 settimane.
I pazienti avevano caratteristiche di trattamento sfavorevoli, come la razza nera, la fibrosi epatica avanzata, il genotipo 1a e l’indice BMI ( indice di massa corporea ) superiore a 30.
L'endpoint primario era rappresentato dalla risposta virologica sostenuta ( SVR ) dopo il completamento del trattamento.
E’ stata anche esaminata la frequenza e la gravità degli eventi avversi e dei fattori associati a recidiva.
Nella prima fase dello studio, nove dei 10 pazienti ha raggiunto risposta virologica completa.
Nella seconda fase, sette pazienti ( 28% ) che erano stati assegnati alla Ribavirina dosata in base al peso corporeo, e 10 pazienti ( 40% ) assegnati a un basso dosaggio di Ribavirina sono andati incontro a recidiva dopo aver completato il trattamento, con tassi di risposta virologica sostenuta, rispettivamente, del 68% e 48%.
In una sottoanalisi di 20 pazienti che erano stati sottoposti a un attento monitoraggio della carica virale di HCV durante i primi giorni dall'inizio della terapia ( 10 pazienti avevano ricevuto Ribavirina aggiustata per il peso corporeo e 10 Ribavirina a basso dosaggio ), è stato osservato un più lento tasso di perdita di capacità infettiva virale in coloro che avevano presentato ricaduta, rispetto ai pazienti che avevano raggiunto la risposta virologica sostenuta ( P=0.009 ).
Gli eventi avversi più frequenti sono stati: cefalea, anemia, stanchezza e nausea. Sono stati segnalati sette eventi di grado 3, che includevano anemia, neutropenia, nausea , ipofosfatemia, e colelitiasi o pancreatite.
Nessuno dei 60 pazienti ha sospeso il trattamento come conseguenza degli eventi avversi.
Dallo studio è emerso che il rischio di recidiva era significativamente più alto nei pazienti che erano di sesso maschile ( odds ratio, OR= 6.09 ), presentavano fibrosi epatica in fase avanzata ( OR=4.27 ), e HCV RNA al basale maggiore di 800.000 UI/ml ( OR=5.74 ).
Fonte: Journal of American Medical Association, 2013
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